visita
Maiori
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Il
tragitto si estende per circa una decina di km, consigliamo pertanto di
utilizzare l'automobile
Percorso l'intero lungomare in direzione Est, imbocchiamo la SS 163.; superiamo la Torre Normanna, la deliziosa caletta di Salicerchie, Cannaverde fino ad incontrare dei cactus... grassi candelabri, guardano un imponente edificio aggrappato alla roccia: siamo alla
Badia di S. Maria de Olearia L'insediamento ebbe origine verso la fine del X sec ad opera dell'anacoreta Pietro ch'elesse romitaggio nella grande grotta. Poco più tardi al Sant'uomo si associò, ancora fanciullo, il nipote Giovanni: i due vivevano fabbricando cesti di vimini che vendevano al mercato di Amalfi. Col tempo i due fecero proseliti, si edificò la prima cappella e di lì via via le altre, fino a trasformare l'insediamento in vero e proprio cenobio mariano, intitolato a Santa Maria "de Olearia", dagli ubertosi uliveti che coprivano l'intero pendio fino al mare o, forse, dal frantoio ivi ubicato. Morto Pietro, primo Abate fù Tauro e, nel 1088, il Papa concesse il monastero in dotazione all'Abbazia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni, divenendo testa di ponte nell'opera di latinizzazione delle chiese bizantine del Meridione. Progressivamente ampliato sino ad assumere la struttura attuale a tre cappelle sovrapposte, al livello più basso, interamente nella roccia, è il locale più antico, quello abitato da Pietro, poi divenuto cripta. Domina l'ambiente il grande affresco della "Madonna orante, tra i SS. Paolo e Giorgio". Un stretto budello collega all'anfratto dove i monaci avevano le celle, nel corso dei secoli adibite a camere funerarie: perciò il nome di "Catacombe Il secondo locale, più grande, a due navate con una grande colonna al centro, rivestiva funzioni di chiesa aperta al culto. Sebbene non tutti in ottimo stato di conservazione, l'ambiente presenta interessantissimi affreschi, eseguiti tra il VII e l' XI secolo ma in massima parte attribuiti a Leone Amalfitano, monaco benedettino di Montecassino, vissuto nel sec. XI... Piccole scale, infine, collegano all'ultima cappellina, affrescata con "la vita di S. Nicola di Bari". Interessantissime, le firme dei devoti pellegrini che nel corso dei secoli visitarono il plesso Proseguiamo
Qualche chilometro ancora e, appena dopo la pensilina dei bus, imbocchiamo lverso l'esterno. Quasi roteando, attraverso la sinuosa stradina c'immergiamo nell'abitato Un
grappolo di casupole bianche occhieggia tra gli olivi, mischia i suoi
archi alle grasse foglie dei fichi d'india
Colonia
greca dal IV sec a C, (la si vuole fondata da Ercole in persona), seppur
minuta, la potente Abbazia benedettina di S. Maria de Irchi attorno al
X sec. guadagnò lo jus piscarie (diritto di decima) sul pescato
di tutta la zona, ed il dominio su Cetara, Suverato, Fonti, ed i casali
circostanti. Fino alla tremenda tempesta del 1440 che si portò
via parte della spiaggia e la badia con tutte le sue attribuzioni. Al centro del paese la timida chiesina di S. Maria Assunta dallo splendido portale in blocchi di tufo e pietra e, la superba "Madonna col bambino" del X - XI sec, sull'altare maggiore. Sul
mare infine, a cavallo del costone orientale, l'imponente "Torrione"
voluta da Carlo I D'Angio' nel 1278: tra le sentinelle costiere forse
la più antica... |
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