C’immettiamo ora sul corso principale: il cuore di Maiori…
Brulicante di vita, chiassoso, è il salotto dei Maioresi, il luogo di tutti, il ritrovo…da secoli il luogo preferito per passeggiare, conversare, intrattenersi con gli amici…

Circa a metà corso, sul lato sinistro, l’edicola di “S. Maria delle Catene”…
Del XVI sec, venne innalzata alla Madonna dai Maioresi miracolosamente salvatisi dal terribile corsaro “Barbarossa”. Catturati in seguito dell’ennesima scorreria, e destinati schiavi a Costantinopoli, gli sventurati, votatisi alla Madonna, riuscirono a scappare dalle navi, ed ai piedi del tempietto posero i ceppi che li avevano cinti…

Qualche metro ancora e siamo in piazza Raffaele D’Amato, ove è la chiesina di
S. Rocco, sorta sui ruderi dell'antica chiesa di S. Sebastiano “Intra Moenia” (“dentro le mura”, del bastione cui dava il nome) e votata al santo che aveva liberato i Maioresi dalla terribile pestilenza del 1656. Conserva sul paliotto dell’altare l’antico stemma cittadino…

Forse una dozzina di passi ed i palazzi si aprono: è la “Scala Santa”, l’ingresso alla

Collegiata di S. Maria a Mare

Sul monte Torina nel punto in cui sorgeva la Rocca di S. Angelo distrutta dai Pisani nel 1137.

L'impianto originario deriva dalla cappella interna del fortilizio, dedicata a S. Michele Arcangelo che, scampata alla distruzione, nel XIII sec venne adattata a basilica per accogliere la statua della Vergine ritrovata sulla spiaggia. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito tutta una serie di trasformazioni ed ampliamenti, fino al 1836, quando l'architetto napoletano Pietro Valente le impose l'attuale disposizione.

Degni di nota ancora:
la bella cupola ad embrici maiolicati gialli e verdi, tipici dell'architettura costiera, ed il campanile quadrangolare ricavato da uno dei torrioni superstiti dell'antica rocca.

L'interno trinavale presenta:
la navata centrale con uno stupendo soffitto a cassettoni dorati eseguito nel 1529 dal De Fulco, le navate laterali intervallate da una serie di cappelline sormontate da tele di pittori maioresi (del 500 di Gioanni D'Amato e dell'800 di Gaetano Capone), un monumentale organo a canne opera del maestro Zeno Fedeli da Foligno e, sull’altare maggiore la statua policroma di S. Maria a mare;

Ancora, la settecentesca sacrestia e la cripta, nei cui locali è stato allestito un percorso museale per illustrare i fantastici tesori conservati, tra tutti menzioniamo:

la statua della "Madonna Assunta" che il 15 Agosto di ogni anno, al culmine della processione, abilissimi marinai riportano in chiesa facendole compiere una corsa su per la Scala Santa, così a mimare la celeste Assunzione. dei codici miniati di Canto Fermo; un palittico di alabastro di fattura gotica, con figure sacre a bassorilievo, il più grande che si trovi in Italia; Statua lignea della Madonna in gloria riconducibile al primo Cinquecento, opera del Caccavallo o forse di Diego de Siloè (1495-1563). un reliquiario, in ebano intarsiato d'avorio, del XIV sec; arredi pontificali tra cui: una mitra ornata di gemme, la croce per le processioni, pianeti e piviali di velluto.

Santa Maria a Mare

Scolpita in cedro del Libano, dovrebbe trattarsi di una delle poche immagini sacre scampate alla furia iconoclasta dell'imperatore bizantino Leone I Saurico (VIII sec).

Trafugata da Costantinopoli ad opera di mercanti cristiani, venne ritrovata sulla spiaggia di Maiori nel 1200, racchiusa in una balla di cotone gettata in acqua da un bastimento in balia dei marosi (per alleggerirne i carico e scongiurare il naufragio).

Per via del miracoloso ritrovamento la Madonnina venne detta S. Maria "a Mare" ricevendo da subito devozione ed affetto da parte della popolazione. La terza domenica di Novembre alle prime luci dell'alba si celebra la "Maronna ‘e notte" (la Madonna mattutina), il patrocinio delle scampate alluvioni del XVIII sec, dai maioresi attribuita proprio al celeste intervento della loro patrona …

 

Sul lato sinistro dell’edificio, accorpata alla chiesa madre

S. Maria del Carmine

Sede dell’antica Arciconfraternita del 1535, al suo interno un bel coro ligneo, quattro grandi tele del Guerra datate 1879, ed un pregevole pavimento maiolicato…

 

All’esterno del complesso, sul lato interno, la ripida via Vena...
Congiunge a Minori (o meglio al delizioso villaggio di Torre, e di lì a Minori), e vi si gusta un fantastico colpo d’occhio sull’intera sull’intero golfo e su Ravello…
ma questa è storia di Minori…