visita Maiori

percorso rosso
 
come il cuore di Maiori… ora risaliamo il Reginna…
 
> Corso Reginna > Chiesta di S. Pietro in Posula
> Palazzo Mezzacapo > Via Vecchia Chiunzi
> Via Pedementina > Chiesa di S. Maria delle Grazie
> Monastero e Chiesa di S. Maria della Pietà > Via Nuova Chiunzi
> Via Roma > Chiesa di S. Martino Vescovo
> Convento e Chiesa del SS. Rosario detto S. Domenico > Fraz. Ponteprimario - Via Parrocchiale
> Via Nuova Chiunzi > Chiesa di S. Maria del Principio
 
difficoltà: mediadurata: 5 ore

 


 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

Ancora sul Corso, passiamo stavolta piazza Raffaele D’Amato e ci portiamo innanzi il grande palazzo color ocra:

 

Palazzo Mezzacapo


Edificato sul finire del XIX sec. dai signori Mezzacapo, marchesi di monterosso, attualmente ospita gli uffici comunali e l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo (con accesso dai giardini). Al suo interno, in puro stile risorgimentale, il "Salone degli Specchi", affrescato col "Trionfo degli dei Olimpici", e molteplici tele "Costaiole"...

Prima di lasciare il palazzo, meravigliosi ed unici nel loro genere, i "Giardini" settecenteschi.
Disegnati a croce di Malta per volere di Filippo Mezzacapo (Cavaliere di Malta dovette abbandonare l'Ordine per sposarsi e perpetuare la dinastia), dai vialetti a roseto ci si affaccia su grosse vasche percorse da una diramazione del Reginna: un bizzarro stratagemma per godere un po' di frescura durante i mesi estivi…

e non si può parlare del palazzo senza nominare: "o’Marchese ‘e Majiure" l’eccentrico personaggio divenuto proverbiale poichè dopo pranzo si affacciava e, novello Re Sole, proclamava: "quanno haggio magiato io, ha mangiat tutt‘o munno!" (dopo che pranzato io e' sazio tutto il mondo)…

 

 

i Costaioli

Attivi tra la fine dell'800 ed i primi anni trenta del ‘900: Gaetano e Luigi Capone, Angelo Della Mura, Manfredi Nicoletti, Raffaele D’Amato, Luigi Paolillo, Antonio Ferrigno, Luca Albino, Gaetano Cimini, Ulderico Forcellino, Enrico ed Ignazio Lucibello, Antonio Rocco e Paolo Caruso portarono sulla scena artistica internazionale una ventata di colore, di gioia, ma ad un tempo d'intimismo, che ampia attenzione destò presso critica e artisti d'ogni derivazione, alcuni dei quali proprio a Maiori vennero ad incontrarli, a confrontare le loro esperienze, in molti casi ad apprendere.

Più che una vera e propria scuola i "Pittori di Maiori" furono un modo di dipingere, una proposta, di quella pittura meridionale che, tra il quadro di genere e l'en plein-air impressionista, si trovava a partecipare al travagliato momento vissuto dalla cultura europea di quel periodo, divisa tra l'accademismo di maniera e le nuove tendenze.

La stragrande maggioranza delle loro opere arricchisce collezioni private sparse in tutto il mondo, opere "pubbliche", per così dire, possono ammirarsi in qualche chiesa o presso il palazzo Mezzacapo. Quivi sono dei pregevoli Capone, qualche Albino e, di quest'ultimo in particolare, il superbo "Paesaggio della Costiera vista da Maiori" :
un'inquadratura insolita: "...sintesi del grande repertorio offerto dalla natura di Maiori..." (M. Bignardi)


Ripreso il Corso, dopo appena un centinaio di metri prendiamo a sinistra via Pedementina, poi attraverso piazza Mercato, sul fondo dell'aia il piccolo uscio del Monastero e Chiesa di S. Maria della Pietà eretto del XVII secolo, conserva una meravigliosa "Madonna di Costantinopoli"…

Nuovamente sul corso, pochi metri e, all'incrocio, imbocchiamo via Roma fino al monumentale complesso di S. Domenico attualmente interessato da opere di restauro

 

Convento e Chiesa del SS. Rosario


Detto S. Domenico. Della seconda metà del XVII sec., il convento fu sede di cattedre di Filosofia, Teologia, Matematica e Filologia, dotato di una fornita biblioteca. Abbandonato a seguito della soppressione degli ordini religiosi, i locali vennero successivamente adibiti a carcere, pretura, e in occasione dello Sbarco Alleato del'43 ad ospedale da campo…fino alla definitiva chiusura a seguito del terribile terremoto del 1980. Nella sala adibita a pretura si conservano delle pitture murali del "Costaiolo" Gaetano Capone, datate 1895.

Annessa, bella chiesa barocca del SS. Rosario, ricca di quadri ed arredi sacri…

 

Ancora dritti è via Nuova Chiunzi, che percorriamo verso N per circa duecento metri, fino a S. Pietro, prima frazione di Maiori. Pochi scalini e sgorghiamo nella magnifica piazza innanzi


S. Pietro in Posula


Ci troviamo nel punto in cui nel VII sec gli Etruschi fondarono la prima Reghinna. Qui sorgeva il tempio del dio Vertumno, raso al suolo dal fervore Cristiano intorno al IV sec, e poi sostituito dalla odierna basilica che conserva una bellissima statua dell'Apostolo…


Per mezzo del viadotto sul fondo della piazza, guadiamo il fiume Regina e riprendiamo la via Vecchia per Chiunzi… a circa seicento metri la borgata di S. Maria delle Grazie e l'omonima chiesa di

S. Maria delle Grazie

Parte superstite di una basilica trinavale del VI sec, venne ristrutturata nel 1700 e, nuovamente, dopo la terribile alluvione del 1910…

All'interno: la quattrocentesca "Visitazione", e "La Crocifissione", della bottega del Sabatini...

 

Ancora un centinaio di metri ed un nuovo attraversamento ci riporta sulla via Nuova Chiunzi. Siamo in zona Vecite ormai, seconda frazione di Maiori.

Pochi metri e, sul lato destro, la ripida via S. Martino sulla cui cima è la chiesina romanica di S. Martino Vescovo che conserva la statua settecentesca del Santo ed un piccolo dipinto su metallo raffigurante la madonna del Carmine...

 

Sempre dritti, ancora sette-ottocento metri, ed è la volta di Ponteprimario: l'antica "Pons Primarius", ove la popolazione reghinnese riparò dopo la rappresaglia di Silla avverso coloro gli si erano opposti durante le Guerre Sociali (I sec a C)…

Prendiamo adesso la strada che scende a sinistra in direzione del gruppo di case, via Parrocchiale. Pochi metri attraverso il piccolo borgo ed eccoci giunti alla chiesa della

 

Madonna del Principio

Del VII sec ma ricostruita più volte, conserva una statua lignea della Madonna, opera di un pastore del XIII sec, andata perduta, poi miracolosamente rinvenuta da un contadino del luogo intento a zappare...


Siamo nell'entroterra maiorese, verde, freschissimo, un trionfo di natura…proseguendo ancora c'è Tramonti, il cuore verde della Costiera, ma per noi è ora di tornare, passeggiando piacevolmente verso Maiori, il mare…

 

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Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Maiori
Corso Reginna - 84100 Maiori (Salerno) Italia
telelefono +39 089 877452 - fax +39 089 853672
info@aziendaturismo-maiori.it

 

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